A Change is Gonna Come: la storia del capolavoro di Sam Cooke

A Change is Gonna Come è una delle più importanti canzoni degli anni ’60, uno degli inni del movimento per i diritti civili degli afroamericani: composta e cantata da Sam Cooke nel 1963, è diventata punto di riferimento per tantissimi artisti negli anni successivi, un esempio capace di ispirare – per esempio – la bellissima What’s going on? di Marvin Gaye.
Ma la storia di questo brano non è poi così semplice.

La dodicesima canzone più importante della storia della musica per Rolling Stone (che mise a punto la sua lista nel 2005), non è stata – infatti – caratterizzata dal successo commerciale e per anni è stata contesa fra case discografiche: sembra impensabile, ma la cover di Otis Redding del’65 registrò più vendite dell’originale!

Ma come è nata e cosa ha ispirato A Change is Gonna Come?

Sam Cooke e Bob Dylan: il vento stava cambiando…

L’inizio degli anni ’60 fu un periodo di scontri e proteste negli Stati Uniti.
Uno degli artisti che riuscì maggiormente a comprendere e interpretare il disagio della popolazione – in particolare delle generazioni più giovani – fu sicuramente Bob Dylan, che nel 1962 pubblicò la meravigliosa Blowin’ in the Wind.
Fu ascoltando quel brano che Sam Cooke cominciò a pensare a un equivalente per la comunità afroamericana: durante il suo tour del ’63 il “re del soul” cominciò, quindi, a parlare con alcuni dimostranti e si trovò a comporre i primi versi della sua A Change is Gonna Come.
E un cambiamento era davvero nell’aria, soprattutto se si considera che nello stesso anno Dylan pubblicò anche The Times They are A-changin’. C’era la sensazione di essere sul punto di una svolta: giovani e meno giovani manifestavano per poter assistere a una vera trasformazione e tanti artisti si trovarono a dover affrontare la necessità di esprimere questo sentimento.

A Change is Gonna Come è il lato B di Shake
A Change is Gonna Come è il lato B di Shake

A Change is Gonna Come venne registrata il 21 dicembre del ’63 e venne pubblicata all’interno della raccolta Ain’t that good news, l’ultima del cantante. Per aiutare la canzone ad avere la giusta risonanza, Cooke riuscì anche a cantarla live al Tonight Show: era il 7 febbraio del ’63, e la vicinanza all’ospitata dei Beatles (avvenuta poi 2 giorni dopo) fece passare in sordina l’esibizione.
Il brano finì per diventare lato B del terzo singolo del disco, intitolato Shake: non divenne mai un singolo a tutti gli effetti e non conobbe un vero e proprio successo, almeno fino all’11 dicembre del 1964.

Quella notte, infatti, Sam Cooke venne ucciso a colpi di pistola in circostanze mai del tutto chiarite.
La morte improvvisa di una delle migliori voci non solo di quegli anni, ma dell’intera storia della musica, l’uccisione di un punto di riferimento per i manifestanti, la scomparsa di un attivista e di un pioniere scosse la comunità afroamericana e non solo.
A Change is Gonna Come conobbe una nuova diffusione.

Da quel momento, in tanti hanno reinterpretato il brano di Sam Cooke: Al Green, Aretha Franklin, Bob Dylan, Billy Preston, Tina Turner, i Fugees, le Supremes, Seal, i Greta Van Fleet…
La canzone è stata utilizzata anche all’interno di tante colonne sonore, una fra tutte quella del film Malcolm X (a cui Cooke era molto vicino).

Per comprendere l’impatto storico e sociale di questo brano, basti pensare che subito dopo la sua elezione nel 2008, Barack Obama si presentò nel suo primo discorso da presidente citando proprio Sam Cooke: “It’s been a long time coming, but tonight… change has come to America”.

 

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