Cartoni anni 80, tra romanticismo e tragedia!

Chi era bambino negli anni 80 non potrà mai dimenticare alcune scene tragiche (e alcune erotiche sfuggite alla censura) di certi cartoni animati giapponesi:
Dalla scena di Georgie in cui il fratello Abel cerca di “scaldarla” infilandosi nudo nel suo letto, agli scontri splatter di kenshiro, fino alla tragica fine sul ring di Rocky Giò; l’elenco potrebbe rivelarsi interminabile!


Il comune denominatore dei nostri eroi preferiti infatti è la sfortuna: tutti orfani, poveri, vedovi e malati.
Il grande insegnamento e la grande depressione, ovvero la vita che in realtà fa anche un po’ schifo, si affronta combattendo e in qualsiasi circostanza!
E allora vai di lotte estreme verso l’obiettivo: che sia un’armatura dorata come quella dei cavalieri dello zodiaco, ritrovare un parente sperduto, o la totale fissazione per uno sport, poco importa, i nostri sfortunatissimi eroi, controvento, riescono, dopo milioni di peripezie, a raggiungere l’obiettivo,per poi… morire.
Lady Oscar dopo essersi finalmente fidanzata con Andrè, muore il giorno dopo.
L’uomo Tigre sgomina tutta tana delle tigri, ma all’ultimo incontro impazzisce massacrando a sangue il suo avversario, e per questo sparisce dalla vergogna.
Peline, dopo aver attraversato da sola tutta Europa, vedendo morire uno per uno tutti i suoi cari, riesce a ritrovare il nonno, ma questo è cieco e non la riconosce.
Anche i finali dunque, rispecchiano la linea tragica tenuta nell’arco di tutto il cartone!
La morale potrebbe essere che una volta finita la tua missione, puoi ritirarti senza rimpianti!? (io non ne sono molto convinta, ma un fine a tutto ciò dobbiamo pur trovarlo!)
I cartoni animati odierni sono probabilmente scelti con più oculatezza dalle commissioni, ma hanno molto meno presa emotiva sui ragazzi, il che da una parte, è solo un bene.
Perchè confessatelo signore, chi tra voi, presa dall’immedesimazione, non ha mai provato il famoso bagher con catene ai polsi di Mimì Ayuara?

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