Tinder: fra Tindstagramming e Noonlight

Tinder: fra Tindstagramming e Noonlight
Tinder: fra Tindstagramming e Noonlight

Fra tutte le app di incontri, Tinder è forse la più famosa e apprezzata.
Non è opprimente come Hinge, che ti riempi di notifiche per spingerti a continuare le tue conversazioni aperte, non è dispersiva come Bumble, che tende a giocare con l’algoritmo per farti vedere per primi sempre i profili più desiderabili (con cui difficilmente sarà possibile un match), non è inquietante come Badoo, popolata di profili falsi, e non è limitata come Happn, che pur partendo da un presupposto interessante (si vedono i profili di persone incrociate per strada, quindi prossime geograficamente) non ha un numero consistente di iscritti.

Tinder è diffusa, è sobria, non è invadente e, bene o male, propone sempre profili nuovi, con cui – però – non ti spinge ad attaccar bottone per forza. C’è qualcuno che ti piace con cui vuoi parlare? Ottimo! Non hai voglia di conversare? Nessun problema, chiudi tutto e dimenticatene.

Anche Tinder – però – come tutte le app di incontri tende alla lunga a deludere.
Il motivo principale – che è anche il più intuitivo – è che questa app è utilizzata da persone… persone che spesso dicono bugie.
Non tutte, ovvio: a chi non è capitato di sentire la romantica storia di un amico di un amico, che ha trovato l’amore della vita usando proprio questa app? Il colpo di fulmine è sempre possibile, chiaro.
Ma statisticamente improbabile.

Le bugie che si dicono di più appartengono a due tipologie diverse:
1 – le menzogne dette per apparire più belli e interessanti
2 – le menzogne dette per svignarsela

Il primo gruppo comprende, per esempio, caratteristiche fisiche contraffatte (sono alto così, ho gli occhi di questo colore, vado in palestra tre volte la settimana quindi sono molto muscoloso/a…) e interessi millantati (sono appassionatissimo di cinema polacco sottotitolato in tedesco, conosco a memoria tutte le poesie di Giacomo Leopardi, non vedo l’ora di conoscere la cultura cinese con un bel viaggio zaino in spalla…): sono tutte quelle cose che diciamo di noi per migliorare la nostra rappresentazione. Bugie bianche a volte, bugie che la gente un po’ si aspetta di sentire, ma alcune di loro possono anche diventare piuttosto pesanti (pensate a un ragazzo o una ragazza che proclamino amore per gli animali e poi magari sono allergici ai gatti o odiano i cani… questo genere di cose prima o poi salta fuori!).
Il secondo gruppo invece comprende tutte le “Butler Lies”, le bugie del maggiordomo: guarda scusa mi si è scaricato il telefono e non ho potuto risponderti, ero sul Monte Fuji e il cellulare proprio non prendeva, avevo una riunione importante e fra una decisione di vita e di morte e l’altra non ce l’ho fatta a rispondere al tuo messaggio… sono quelle frasi che diciamo per suggerire educatamente che non vogliamo continuare la conoscenza, senza però risultare categorici, aspri e maleducati.

Tinder è popolata di utenti che utilizzano una bugia oppure l’altra e, anche se nella maggioranza dei casi possiamo aspettarci dinamiche di questo tipo, non è raro incappare in episodi molto più spiacevoli.

Negli ultimi anni – da quanto l’app ha permesso ai proprio utilizzatori di agganciare il profilo alla pagina personale di Instagram – si è, per esempio, diffuso un fenomeno piuttosto temuto: il Tindstagramming.
Chi viene rifiutato, chi non realizza il match dei sogni, chi non riceve più risposta, chi viene educatamente informato che proprio non ce n’è potrebbe decidere di aggirare Tinder e utilizzare direttamente Instagram: lì i controlli sono inferiori, non ci sono limitazioni e i dm sono sempre aperti. Una simpatica conversazione può così trasformarsi in una vera e propria molestia.
Un passo falso di Tinder in campo di privacy, che provoca più di un fastidio a tantissimi utenti (questo senza voler buttare tutto nell’ansia introducendo il tema dello stalking, che pure riguarda tanti utenti dell’app).

Per correre ai ripari, la piattaforma ha integrato alcuni strumenti per la sicurezza, come ad esempio Noonlight: l’app integrata (per ora solo in USA) permette di pubblicare un badge identificativo a ogni nuovo incontro, informare sempre gli altri sulle caratteristiche dell’appuntamento (con chi sono e dove) e contattare discretamente i soccorsi in caso di necessità.

Tinder, come tutte le app di incontri, ha i suoi pregi e i suoi difetti: voi la usate?

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