Il Quadrato del Sator: il palindromo più famoso di sempre

Il Quadrato del Sator è, forse, il palindromo più famoso di sempre: si tratta di una frase composta da cinque parole di cinque lettere ciascuna, leggibile sia da sinistra a destra, che da destra verso sinistra.
Si tratta di: SATOR AREPO TENET OPERA ROTAS.
C’è di più: inserendo queste cinque parole all’interno di un quadrato (la stessa struttura che potremmo trovare in un Sudoku, per esempio), i termini diventano leggibili da sinistra a destra, da destra a sinistra, dall’alto al basso e dal basso all’alto. Al centro di tutto c’è la lettera N, contenuta nell’unica parola palindroma all’interno della frase, cioè TENET.


Il significato di questa frase rimane ancora oggi oscuro: AREPO non è un termine latino e la sua interpretazione ha destato qualche dubbio.
Potrebbe, infatti, essere una latinizzazione di un termine celtico, inserito nel quadrato in caso ablativo (e la frase significherebbe: “Il seminatore, con il carro, tiene con cura le ruote”), oppure potrebbe semplicemente essere un nome proprio di persona (“Arepo il seminatore tiene con maestria l’aratro”).
Se la sua traduzione letterale risulta complessa, il suo significato profondo non è da meno: questa iscrizione è, infatti, stata trovata (come epigrafe o graffito) sulle pareti di tantissimi edifici in tutta Europa (Roma, Siena, Santiago di Compostela in Spagna, Altofen in Ungheria, Rochemaure in Francia, Cirencester in Inghilterra…), costruiti in epoche diverse, all’interno di culture e tradizioni differenti.
Perché?

Le spiegazioni si sono succedute nel corso degli anni, senza mai generare un accordo unanime fra gli studiosi.
Infatti, fino ai ritrovamenti del Cirencester e di Pompei (fra il ’25 e il ’36 vennero trovati negli scavi campani Quadrati del Sator risalenti a un’epoca precedente addirittura alla famosa eruzione vulcanica che distrusse quasi interamente la zona nel 79 d.C.), la maggior parte degli esperti riteneva che l’iscrizione si fosse diffusa nel Medioevo, con un chiaro valore religioso.
Quindi, il Sator nient’altro sarebbe se non il Creatore.

A dare forza a questa tesi, una serie di anagrammi a tema religioso costruiti con le lettere contenute nell’iscrizione: due “pater noster”, per esempio, si possono usare per costruire una croce, anche se il quadrato originale contiene già una croce greca camuffata, rappresentata dalla parola centrale TENET.
Le critiche a questo punto di vista sono facilmente intuibili: un certo numero di vocali e consonanti ci permettono di costruire decine di anagrammi, anche a sfondo religioso, senza che ci sia una reale relazione. Le lettere del Quadrato del Sator non fanno differenza.

La seconda interpretazione avvicina il Sator a parole come “Abracadabra” o “Abraxas”, cioè termini apotropaici, usati in epigrafi e graffiti per allontanare gli spiriti maligni.
L’iscrizione perde, quindi, la connessione col mondo religioso, ma, in qualche modo, conserva un legame con la spiritualità e il mondo dell’invisibile.

La questione rimane tutt’oggi aperta: cosa vorrà davvero dire l’iscrizione del Quadrato del Sator?

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