Avete presente quella scena del Sesto Senso in cui Bruce Willis (cioè, il suo personaggio) si mette a riascoltare vecchie registrazioni e, alzando tantissimo il volume, sente in sottofondo una voce che parla in spagnolo?
Ecco, quello è un EVP.
Non mi è venuto in mente un esempio migliore per descrivere un fenomeno così particolare da dividere anche chi si occupa tutti i giorni dell’ambito paranormale.
Perché un EVP, cioè un Electronic Voice Phenomena, cioè una manifestazione di voci elettroniche, è la registrazione su nastro magnetico e supporti digitali di, esatto, voci di origini non umane: c’è chi considera questi suoni come tentativi di comunicazione da parte di spiriti, chi – invece – ritiene siano originati da entità intelligenti che risiedono in un’altra dimensione, diversa dal piano fisico che siamo soliti conoscere.
Quali caratteristiche hanno queste voci? Possono essere afone, oppure molto chiare e comprensibili, possono essere maschili e femminili, giovani e meno giovani, possono contenere anomalie fonetiche, cantilene, possono anche passare da una lingua all’altra nel corso della stessa frase: a volte sono così veloci, che bisogna rallentare il nastro per capire le parole pronunciate.
“Risiedono” normalmente nel rumore di fondo – quel simpatico disturbo che chiunque abbia tentato di registrare su musicassetta conosce benissimo (compreso il protagonista del Sesto Senso) – oppure nel rumore bianco, il white noise tipico di televisioni, radio e telefoni: gli studiosi del fenomeno ritengono EVP tutto ciò che sta in una frequenza compresa fra 5 e 20 hz. Tutti i suoni a frequenza maggiore sono da considerarsi “voce diretta”, che il nostro orecchio l’abbia colta o meno.
Nel corso degli anni, in tantissimi si sono cimentati nello studio di questo fenomeno, chi per smentirlo, chi per supportarlo, chi – come Friedrich Jurgenson – perché si è trovato voci strane all’interno di registrazioni fatte per altri motivi e ha voluto vederci chiaro: negli anni ’50, questo regista fu uno dei primi ad alimentare gli esperimenti nel campo, seguito poi dal famosissimo Konstantin Raudive, noto anche per i vari supporti tecnici perfezionati per migliorare la registrazione.
Chi non ci crede come giustifica questi fenomeni?
La comunità scientifica – e la Chiesa Cattolica – non hanno ufficialmente mai dato credito a questi suoni e a queste voci (complici EVP fatti in mala fede?), anche se non sono mai mancate anche singole voci fuori dal coro e quanto meno possibiliste.
Ad oggi, le spiegazioni più comuni risalgono ad Apofenia, cioè la tendenza a dare significato a ciò che significato non ha, e alla Pareidolia, cioè la tendenza ad interpretare i suoni “trovandoci” voci che parlano la nostra lingua: fenomeni che ricordano un po’ la nostra capacità di vedere facce negli oggetti, non vi sembra?
Ovviamente, nel caso di supporti come radio o televisioni, non manca chi sostiene siano semplici interferenze.
Che si ci creda oppure no, gli EVP rimangono fenomeni affascinanti ed inquietanti: ne avete mai sentito uno? Youtube vi potrà aiutare: per un esempio da brividi cliccate qui!