Il termine poltergeist arriva dalla lingua tedesca: geist (spirito) + poltern (bussare), viene tradotto, di solito, con “spirito rumoroso”.
Con questa etichetta si indicano, generalmente, alcuni fenomeni inspiegabili, come movimenti improvvisi di oggetti, quadri che cadono, rumori, sassi proiettati in aria, elettrodomestici e luci che si accedono e si spengono senza motivo, comparsa di pozze d’acqua e scritte sui muri, autocombustione…
Già nell’Antica Roma giravano storie di questo tipo, confermate poi in alcuni scritti della Germania del Medioevo, oltre che della tradizione gallese e di quella cinese: nessuna prova scientifica ha mai confermato l’esistenza effettiva di questi fenomeni, ma il loro fascino è cresciuto negli anni, alimentato da racconti sempre più dettagliati.
Una delle storie maggiormente citate dai parapsicologi per sostenere l’esistenza di questi eventi è quella del Poltergeist di Rosenheim.
Nel 1967, nella cittadina di Rosenheim in Alta Baviera (35mila abitanti circa), l’avvocato Sigmund Adam denunciò una serie di strani incidenti, tutti avvenuti nel suo studio: le valvole elettriche saltavano, le luci si accendevano e poi si spegnevano da sole, i neon si bruciavano o si svitavano senza motivo.
Soprattutto, i diversi telefoni presenti nelle tante stanze suonavano centinaia di volte al giorno, tutti a vuoto: uno degli apparecchi chiedeva l’ora locale anche 40/50 volte di seguito.
Vennero chiamati tecnici per riparare sia la linea telefonica che quella elettrica: effettivamente, si rilevarono sbalzi di corrente molto significativi, ma nemmeno la completa sostituzione dell’impianto sembrò farli cessare.
Anche i telefoni apparivano assolutamente funzionanti: intervenire era impossibile.
L’Università di Friburgo si interessò al caso: il parapsicologo Hans Bender decise di investigare, accompagnato dai due fisici F. Karger e G. Zicha.
Per prima cosa, vennero installate delle telecamere, grazie alle quali fu possibile registrare per la prima volta in assoluto un’attività di poltergeist: i lampadari dondolavano, i quadri giravano di 360° attorno ai chiodi prima di crollare a terra, i cassetti si aprivano da soli, i soprammobili cadevano senza motivo, una libreria da oltre 180 chili si spostò da sola di ben 10 centimetri…
L’avvocato Adam sporse denuncia contro ignoti e la polizia iniziò a indagare nel tentavo di evidenziare eventuali sabotaggi: non venne trovato nulla di definitivo, ma in molti si accorsero che il Poltergeist di Rosenheim sembrava colpire solo in orario d’ufficio, sempre alla presenza della diciannovenne Annemarie Schabel, impiegata dello studio.
La ragazza venne giudicata emotivamente instabile e in molti si affrettarono a ipotizzare che tutti gli eventi inspiegabili non fossero altro che manifestazioni fisiche del disagio psicologico provato dalla giovane: ipotesi rafforzata dal fatto che, quando la Schabel decise di cambiare lavoro e se ne andò, terminarono anche i fenomeni paranormali.
Ancora oggi, non è chiaro cosa sia successo a Rosenheim: se il caso di Enfield è stato smascherato ed è – oggi – ritenuto dai più una semplice truffa, l’episodio che coinvolse l’avvocato Adam e la giovane Schabel rimane decisamente oscuro.
Nessuna prova ha confermato, né smentito la presenza di un poltergeist: una vera manifestazione paranormale o un semplice abbaglio?