Quello dell’orrore non è un tema facile.
La paura, l’incubo, la tensione, la violenza, la solitudine, la tragedia sono protagonisti di moltissime canzoni, di poesie, di fotografie e di film: pochi mezzi, però, sono potenti quanto un quadro.
Non ci sono parole o suoni, non sempre un dipinto è realistico, eppure basta la potenza di un’immagine per sconvolgere completamente l’osservatore.
Pensate alla Zattera della Medusa di Gericault (1818-1819) e alla scioccante opposizione fra la speranza e la disperazione, a Morte e Vita di Klimt (1908-1915) che – invece – accosta la bellezza dell’esistenza alle tenebre, allo Studio del ritratto di Innocenzo X di Bacon (1953) che comunica con pochi tratti un’angoscia inspiegabile, o anche alla Big Electric Chair, immobile e terribile, di Warhol (1967). Ma non mancano opere macabre anche fra le tante produzioni di artisti maggiormente noti per soggetti solitamente meno oscuri: Giuditta e Oloferne di Caravaggio è un ottimo esempio (1598 – 1599), ma è possibile includere anche il Teschio con sigaretta accesa di Van Gogh (1885 – 1886), la Bambina con la maschera della Morte di Frida Khalo (1938) o il Volto della Guerra di Dalì (1940).
Fra tutti, però, il vero maestro della pittura “nera” è sicuramente uno solo: Francisco Goya.
Francisco Goya: la maniera scura
Lo stile di Goya è caratterizzato da un improvviso e radicale mutamento, avvenuto fra il 1792 e il 1793.
A seguito di una malattia mai del tutto spiegata (forse la sifilide o forse un avvelenamento da piombo causato dai colori usati sulle tele), il pittore spagnolo soffrì per lungo tempo e proprio in quel biennio di violente emicranie, vertigini, disturbi visivi: al termine di una lunga convalescenza, l’artista rimase completamente sordo.
La tecnica pittorica – e anche i temi affrontati da Goya – cambiarono quasi del tutto, portandolo alla così detta “maniera scura” e, in seguito, alla “pittura nera”.
Gli argomenti affrontati nei dipinti comprendevano una visione pessimistica dell’uomo e della sua incapacità di modificare il proprio destino – per lo più tragico – l’ascesa del lato oscuro della ragione, il trionfo del male (capace di esercitare una strana attrazione) e la violenza. Fra i soggetti anche naufragi e manicomi, oltre a personaggi inquietanti, mitologia e riferimenti a streghe e culti religiosi.
I suoi cuadritos – quadri di piccole dimensioni – diventarono man mano sempre più inquietanti e spaventosi, visionari, onirici e dolorosi: diventarono, cioè, interpreti del lato oscuro dell’essere umano.
Le opere di Francisco Goya ispirarono moltissimi artisti ed intellettuali, fra cui Munch e Bacon, ma anche Poe e Baudelaire.
Volete trovare un’ispirazione alternativa per il tema della vostra festa di Halloween? Osservate attentamente questi quadri di Goya: sicuramente, troverete lo spunto che vi aiuterà a rendere memorabile ogni serata!