Jack lo Squartatore (in inglese, Jack the Ripper) è il nome dato al più famoso serial killer mai esistito, attivo a Londra nell’autunno del 1888.
A suo carico ben 5 omicidi “canonici”, tutti verificatisi nella zona di Whitechapel, cioè l’East End della città, e nei distretti confinanti: oltre alle vittime ufficiali, non mancano anche altre aggressioni attribuite allo Squartatore, risalenti a periodi precedenti o successivi ai mesi classici di attività (si va da 4 a 16 vittime in totale).
Le cinque donne assassinate dalla fine di agosto agli inizi di novembre dell’88 erano tutte prostitute: venivano portate in un luogo appartato, assalite e uccise a colpi di arma da taglio. L’assassino si accaniva, poi, sui corpi, portando con sé anche alcuni trofei: una sola fra loro non venne sottoposta a questa specie di massacro, probabilmente perché il killer venne interrotto prima di concludere il suo rituale.
LE VITTIME
– Mary Ann Nichols, 44 anni, è la prima vittima. Venne ritrovata il 31 agosto del 1888, in Buck’s Row, poco distante da uno dei mattatoi della zona. L’autopsia rivelò moltissimi colpi d’arma da taglio: si ipotizzò che il killer fosse un mancino, ma in seguito la teoria venne smentita.
– Annie Chapman, 46 anni, venne ritrovata l’8 settembre del 1888: un fattorino scorse il suo cadavere fra la porta e lo steccato di un cortile, al n. 29 di Hanbury Street. Anche nel suo caso, vennero riscontrate terribili ferite e mutilazioni: un vicino affermò di aver sentito una donna gridare “NO!” durante la notte, ma di essere stato troppo spaventato per intervenire, anche solo affacciandosi dalla finestra. Un altro vicino vide, invece, una scia di sangue per terra, probabilmente lasciata dal killer mentre trasportava con sé i suoi trofei.
Dopo il ritrovamento di un grembiule di cuoio sulla scena, la polizia decise di arrestare John Pizer, impiegato in una bottega del quartiere: venne rilasciato già il giorno dopo, ma considerata la rabbia della folla venne trattenuto qualche ora per la sua incolumità.
Dopo l’omicidio Chapman cominciarono ad emergere due elementi riconosciuti da diversi testimoni: un cappello alla Sherlock Holmes e una valigetta nera.
– Elizabeth Stride venne aggredita probabilmente intorno all’una del mattino del 30 settembre 1888. Un cocchiere trovò il suo corpo in Berner Street: colpita solo alla gola, si ipotizzò che l’arrivo della carrozza avesse interrotto il killer, costringendolo a fuggire.
– Catherine Eddowes venne ritrovata sempre il 30 settembre, in Mitre Square: sottoposta ad un vero massacro, fu probabilmente vittima della frustrazione dell’assassino, costretto a scappare poco prima, lasciando la Stride per strada.
– Mary Jane Kelly, vittima dell’assassinio più feroce, venne trovata la mattina del 9 novembre 1888 sul suo letto al 13 di Miller’s Court. Alle 4 del mattino i vicini avevano sentito una donna gridare “Murderer!” (“Assassino!”): l’omicidio venne fatto risalire a quell’orario.
A queste donne, sono state accostate anche altre ragazze: Emma Elizabeth Smith, Martha Tabram, Rose Mylett, Alice McKenzie e Frances Coles. Fra queste (assassinate dal 3 aprile dell’88 al 13 febbraio del ’91), solo Martha Tabram e Alice McKenzie, pur con diverse riserve, vennero realisticamente messe in relazione con Jack lo Squartatore, senza mai essere – però – inserite nella lista ufficiale.
LE LETTERE
La Central News Agency, singoli giornalisti, poliziotti e investigatori ricevettero in quei mesi migliaia di lettere: testimonianze, suggerimenti e consigli si mischiarono a circa un centinaio di epistole scritte da uomini e donne che si autoaccusavano dei delitti.
Praticamente nessuna venne presa in considerazione, a parte tre:
– La lettera “Dear Boss” fu la prima ad arrivare, spedita il 25 settembre 1888 e recapitata due giorni dopo alla Central News Agency. Al suo interno, la prima firma “Jack the Ripper”, che da quel momento divenne anche il nome dell’assassino sui giornali: inizialmente, forse a causa della mole di missive ricevute, la lettera venne ignorata.
Al suo interno, alcune frasi inquietanti: “Amo il mio lavoro e voglio ricominciare di nuovo. Presto sentirete ancora parlare di me e dei miei divertenti giochetti”.
– La seconda lettera, “Saucy Jack”, conservava lo stesso identico stile della prima e minacciava due vittime in una sola notte: ricevuta l’1 ottobre, seguì gli omicidi della Stride e della Eddowes, avvenuti la notte precedente.
“Sentirete parlare del lavoro del dispettoso Jacky domani doppio evento questa volta numero uno ha strillato un po’ non ho potuto finire per bene”.
– La famosissima “From Hell” è l’ultima missiva ricollegabile al vero assassino: arrivò accompagnata da parte di un rene umano, probabilmente della Eddowes.
Arrivò direttamente a George Lusk, capo della commissione di vigilanza del quartiere, il 16 ottobre 1888: si chiudeva con l’inquietante “catch me if you can” (“prova a prendermi”).
Tutte le lettere – e il rene – sparirono successivamente, forse rubati: solo la prima tornò anonimamente a Scotland Yard, inviata per posta quasi 100 anni dopo. Delle altre due restano solo delle copie.
I SOSPETTI
Come è facile immaginare, per un caso così complesso, i sospetti aumentavano e diminuivano ogni giorno, all’interno di indagini spesso svolte troppo frettolosamente (per esempio, la traccia di sangue rinvenuta sulla scena dell’omicidio Chapman non venne mai riesaminata).
Gli investigatori chiesero aiuto al medico forense Thomas Bond che, con pochissimi mezzi e l’osservazione diretta delle autopsie, fornì questo quadro:
– un solo individuo, maschio, probabilmente molto forte/prestante
– audace e imperturbabile
– dall’apparenza innocua, forse di mezz’età, ben vestito (si ipotizzò anche l’uso di un mantello, per coprire le tracce di sangue)
– sprovvisto di conoscenze anatomiche (i tagli erano imprecisi)
– probabilmente affetto da satiriasi, oggi ipersessualità
Anni dopo, l’FBI provò a rifare lo stesso lavoro, fornendo questo profilo:
– maschio bianco
– fra i 28 e i 36 anni
– viveva o lavorava dove uccideva
– figura paterna assente o passiva
– impegnato in un lavoro che probabilmente soddisfaceva parte della sua sete di violenza
– forse affetto da un difetto fisico che gli provocava frustrazione
– di bassa estrazione sociale (macellaio o assistente di un medico)
– ha smesso perché incarcerato per un altro crimine o per paura di essere scoperto
I due profili concordano su una cosa: tutti gli omicidi si sono verificati nel weekend, quindi l’assassino aveva un lavoro regolare, forse proprio a Whitechapel, vista la facilità con cui si spostava e si nascondeva.
Non mancano, comunque, opinioni contrastanti, che vorrebbero il coinvolgimento di un borghese o un nobile, trasferitosi nell’East End per potersi dedicare tranquillamente al suo scopo distruttivo.
I sospettati furono, in epoca vittoriana, principalmente tre:
– Montague John Druitt, figlio di un medico, si suicidò nel dicembre dell’88
– Michael Ostrog, medico russo colpevole di truffe, accusato principalmente perché era già stato fermato mentre utilizzava la falsa identità di un dottore (nel suo ricco curriculum criminale non c’era, comunque, mai stata alcuna violenza)
– Aaron Kominski, barbiere polacco dal comportamento psicotico, sospettato per il suo lavoro (aveva a disposizione lame e grembiuli di cuoio) e per l’atteggiamento non sempre pacifico.
Alcuni studi sul DNA del 2014 lo avrebbero indicato come vero Jack lo Squartatore, ma considerata la disattenzione con cui alcuni reperti sono stati trattati in epoca vittoriana, è impossibile affermare con certezza la sua colpevolezza.
Sono piuttosto diffuse anche le teorie che vorrebbero un diretto coinvolgimento, come assassino o come centro di un complotto a protezione della corona, di Alberto Vittorio, nipote della Regina Vittoria.
Altre teorie più fantasiose indicarono fra i sospettati anche nomi come Louis Carroll e Oscar Wilde.
Ancora oggi, è impossibile stabilire l’identità di Jack lo Squartatore: la sua ombra continua ad allungarsi e il suo nome torna periodicamente alla ribalta, circondato da un irrisolvibile alone di mistero.
Chi avrà terrorizzato Whitechapel nel 1888: un mostro senza freni e senza pietà o, invece, un signore distinto, freddo e calcolatore?