La Sindrome di Cotard, che in modo quasi inspiegabile è stata protagonista di un numero sempre maggiore di articoli e approfondimenti negli ultimi anni, è una sindrome psichiatrica che si può manifestare per diverse ragioni: può insorgere in concomitanza o come conseguenza di stati di schizofrenia, disordine bipolare o depressione, può derivare da malattie neurologiche come l’epilessia o può essere collegata a traumi molto gravi, tumori e infezioni.
Chi soffre di questo disturbo è convinto di essere morto, di aver perso tutti gli organi (o una parte) e di non avere più sangue in circolo: nei casi più gravi avrà anche allucinazioni che sconvolgeranno la realtà che lo circonda.
La sindrome si può estendere anche ai propri cari: alcuni penseranno che siano morti anche loro, altri che il loro corpo si sia trasformato (magari, pietrificato), altri ancora – colpiti dall’illusione di Capgras – si convinceranno che tutti i loro amici e i parenti siano stati sostituiti da impostori, che mentono e nascondono segreti.
Anche per questi motivi, chi è colpito dalla sindrome di Cotard tende a isolarsi, a fuggire dalle interazioni, a trascurare la propria persona: molti abbandonano le abitudini (compreso, per esempio, il vizio del fumo), in tanti smettono di mangiare e bere, convinti che non sia più necessario. In casi estremi, alcuni si convincono di essere immortali e possono accarezzare l’idea del suicidio per dimostrare di avere ragione (inutile dire, che questa sindrome, per altro rarissima, richiede un percorso preciso di guarigione, sempre al fianco di professionisti).
Ma chi ha definito per primo questo disturbo?
Si tratta del neurologo francese Jules Cotard che, a fine Ottocento, presentò un caso particolare: una sua paziente – Mademoiselle X – aveva iniziato a negare di essere viva, aveva smesso di mangiare e si era convinta di essere dannata. Per lei non ci sarebbe stata una morte naturale.
Cotard definì allora il “delirio di negazione” (o “le délire de négation”), derivante da una interruzione delle fibre nervose che connettono centro delle emozioni e aree sensoriali.
Questo arresto patologico provoca un forte scompenso: chi è colpito da questo fenomeno non “sente” più nulla perché nessun elemento esterno ha rilevanza emotiva.
Se – allora – non provo più niente, forse significa che non esisto…
La Sindrome di Cotard è piuttosto rara: su internet si trovano interessanti interviste (tipo questa) a Esmé Weijun Wang, una scrittrice californiana che per due mesi ha vissuto convinta di essere morta in un incidente aereo.
Una piccola curiosità: si sospetta che anche il cantante dei Mayhem – Per Yngve Ohlin – soffrisse di questo disturbo. Il frontman ha scritto e interpretato più di un testo piuttosto evocativo e ha poi posto fine alla sua vita nel 1991, a soli 22 anni: il suo nome d’arte era “Dead”, cioè “Morto”…