Cosa fa di un cantante un buon cantante?

È notizia di queste ore: a soli 52 anni, l’incredibile Chris Cornell, riconoscibilissima voce dei Soundgarden e degli Audioslave, è morto a Detroit, poco dopo un concerto.
Il mondo della musica, sconvolto dalla notizia, perde un cantante eccezionale non solo per la voce, potente e unica, ma anche per il carisma, la capacità comunicativa, l’empatia col pubblico.

Chris Cornell
Chris Cornell

Partendo proprio da questo punto di vista, come possiamo definire un cantante un BUON cantante? Cosa distingue Chris Cornell da tanti altri?
Si tratta solo di corde vocali ed estensione?

Quando, nel 2010, la rivista Rolling Stones ha cercato di definire l’insieme dei 100 migliori cantanti della storia, è stato da subito specificato che a essere presi in considerazione erano stati anche elementi molto diversi dal semplice timbro: l’espressività, la capacità di rendere la propria anima accessibile e trasparente, la potenza della visione creata con poche note, il legame nato con gli ascoltatori, il genio creativo… tanti hanno una “bella” voce, pochi diventano miti.
Se si scorrono le prime dieci posizioni, il metodo utilizzato per la scelta diventa chiaro:

  1. Aretha Franklin
  2. Ray Charles
  3. Elvis Presley
  4. Sam Cooke
  5. John Lennon
  6. Marvin Gaye
  7. Bob Dylan
  8. Otis Redding
  9. Stevie Wonder
  10. James Brown

In mezzo a voci classicamente belle come quelle di Aretha Franklin, Elvis Presley e Sam Cooke, ci sono anche nomi meno ovvi, come John Lennon e Bob Dylan: voci più rauche, interpretazioni più contenute, canzoni intime, che raccontano spesso un disagio personale o si fanno portavoce di un cambiamento sociale in atto…
Questo non significa sminuire artisti come Stevie Wonder, dalla capacità vocale quasi impressionante: significa semplicemente allargare il punto di vista, accettando che un artista diventa grande non solo per una questione “sonora”, perché “suona bene”, ma perché regala tutto se stesso al proprio pubblico, creando canzoni davvero immortali.

John Lennon
John Lennon

Elvis aveva una bellissima voce, ma era anche perfetto sul palco: carismatico, simpatico, irresistibile. Stessa cosa per James Brown e i suoi imitatissimi passi di danza, conditi dall’irriverente gesto di mettersi e togliersi il mantello a fine concerto. Otis Redding aveva una voce dolcissima, con cui sembrava raccontare tutta la sua vita, senza nascondere nulla.
E, poi, vogliamo parlare dell’energia di Aretha Franklin?

Un cantante è un buon cantante quando non si risparmia, quando dà al suo pubblico ogni pezzo della sua anima.
Chris Cornell era uno di questi.

 

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