La tecnologia ci ha conquistato ed Internet ha invaso invece la nostra quotidianità. Fin dal primo mattino quando ci svegliamo abbiamo il telefono in mano, cosa che si ripete la sera quando andiamo a letto. Non a caso una delle prime e delle ultime azioni che compiamo ogni giorno è impostare e spegnere la sveglia e la maggior parte di noi ha abbandonato la sveglia tradizionale per usare il cellulare, perché è più comodo. Ecco che al mattino il primo oggetto con cui entriamo in contatto è il proprio smartphone e dopo aver silenziato il suono della sveglia un controllo a Whatsapp, alla mail e a Facebook non la fai?
Se il nostro uso dello smartphone si limitasse a questo mattutino appena visto ed ad una navigazione superficiale prima di andare a dormire diciamo che non ci sarebbero problemi. Ma sappiamo, purtroppo, che così non è. In media, passiamo più di tre ore al giorno con lo smartphone e sì chattiamo, facciamo foto, rispondiamo alla mail…ma perdiamo anche tanto tempo. A chi non è mai successo di collegarsi su Whatsapp, su Instagram o su Facebook solo per vedere se avevamo qualche notifica e per qualche motivo non l’avevamo ricevuta? O anche solo per vedere le novità, per vedere cosa fanno i nostri amici? Essere connessi sta diventando per certi versi una mania, tendente quasi ad un’ossessione poco positiva. La definiamo poco positiva in quanto priva di utilità, infatti in molti casi può addirittura essere distruttiva. Si pensi ad esempio a coloro che vivono la fine di una relazione ed aprono e chiudono in continuazione le conversazioni con il/la proprio ex per rileggere quanto si sono detti, per vedere se ricevono in quel preciso istante dei messaggi, ma ancora per controllare se sono online o se pubblicano nuove foto o aggiornamenti di stato. Si intuisce insomma che non stiamo parlando di un qualcosa di salutare, tanto è vero che già da tempo è stato coniato il termine di “nomofobia” e con questo si fa riferimento alla paura di rimanere disconnessi, di essere fuori dalla rete, intesa come la rete Internet.
Prima che questa paura diventi troppo grande e rovini le nostre relazioni sociali umane dovremmo sottoporci a un po’ di digital detox. Sì, i programmi detox sono presenti tanto in campo alimentare quanto in quello tecnologico e prevedono quindi di allentare la presa con i propri dispositivi elettronici. A tal riguardo ci sono dei corsi abbastanza estremi di “digiuno digitale”, se così possiamo parlare, ma invece che spendere soldi e fare delle scelte drastiche possiamo imparare a limitarci e controllare le nostre azioni. Il punto di partenza, che corrisponde anche al requisito fondamentale, è la volontà. La volontà di migliorare, la volontà di guardare in faccia le persone che si hanno di fronte, la volontà di essere più produttivi a scuola o a lavoro. Quando si lavora o si studia il telefono non è indispensabile, si può quindi mettere in un cassetto, oppure semplicemente con lo schermo girato sulla scrivania. Si può mantenere alta la suoneria per le chiamate urgenti, ma si possono silenziare per esempio tutte le altre notifiche delle app di intrattenimento che fungono solamente da elementi di distrazione. Provate, proviamo!