Dopo aver parlato dei primi dieci Arcani Maggiori in uno dei nostri ultimi post, passiamo alla seconda parte, dedicando un articolo speciale a una delle carte dei Tarocchi che più destano interesse e inquietudine: la Morte.
Scopriamo questo Arcano nel dettaglio!
La Morte: simbolismo e significato
Tredicesima fra gli Arcani Maggiori, la carta della Morte è anche conosciuta come “carta senza nome”: nel mazzo di marsigliesi, infatti, è l’unica a essere contrassegnata solo dal numero romano, perché, secondo un’antica superstizione, il solo nominarla avrebbe potuto invocarla.
Posizionata fra Appeso e Temperanza, in alcuni mazzi è assente e sostituita – per esempio – dalla carta della Filosofia.
Nei mazzi tradizionali, la Morte è caratterizzata da uno scheletro armato – di falce o di arco – avvolto da un mantello nero. Nei Rider-Waite c’è qualche piccola differenza: lo scheletro è vestito di un’armatura scura ed è rappresentato mentre passa in groppa ad un cavallo bianco fra uomini e donne di ogni età (un re, un vescovo, dei fanciulli). Regge uno stendardo e sullo sfondo è visibile il sole al tramonto (o all’alba?).
Come è facile immaginare, a simboleggiare la morte è proprio lo scheletro.
Nella sua configurazione originale, questa carta doveva rappresentare un memento mori, un monito capace di spingere gli uomini a dedicarsi alla spiritualità con attenzione e cura, abbandonando la dimensione materiale effimera e inaffidabile. D’altra parte, la Morte si trova proprio a metà dei 22 Arcani Maggiori e indica – per questo motivo – un momento di passaggio, una trasformazione durante la quale l’uomo si innalza a una dimensione superiore.
Come simbolo esoterico, il tredicesimo arcano simboleggia proprio questa trasformazione, un vero e proprio rinnovamento che è necessario per chiudere un capitolo passato e aprirne uno volto al futuro. In fondo, basta considerare la falce dal punto di vista più basico ed elementare: questo strumento serve al raccolto, qualcosa che si distrugge per lasciare il posto a qualcosa che deve ancora venire!
Riassumendo, in una stesa di Tarocchi, la Morte può indicare:
- una trasformazione
- una rinascita
- una liberazione
- la fine di un ciclo
- una evoluzione
- una maturazione già avvenuta o necessaria per il futuro
Ma, naturalmente, ci possono essere differenze fra la carta al dritto e al rovescio.
Nel primo caso, infatti, la Morte è in una posizione positiva e suggerisce un cambiamento da attraversare con calma e attenzione: il consultante sta per rinascere, anzi risorgere, in un futuro ricco di promesse. Certo, abbandonare il passato comporterà dolore, ma per crescere a volte è fondamentale tagliare i ponti con ciò che ci rallenta e ostacola.
Nel secondo caso, la Morte comporta un cambiamento meno drastico e meno imminente, una fase di transizione in cui è proprio il consultante a mettersi i bastoni fra le ruote da solo.
C’è un’attesa, uno stallo, una volontà non troppo decisa di cambiare la propria situazione: manca la forza per cominciare l’impresa, nonostante si senta forte e chiaro il richiamo del futuro. È necessario – quindi – del coraggio, oltre a una nuova strategia!
Le superstizioni
L’Arcano Maggiore della Morte è una carta positiva, di azione, di coraggio e cambiamento.
I suoi simboli, però, la rendono spaventosa e inquietante (pensiamo anche solo al numero 13, notoriamente “porta sfortuna”): tanti si sentono minacciati quando si trovano ad affrontare una stesa che la include!
La verità è che bisogna abbandonare la superstizione e apprezzare questo arcano per la sua magnifica simbologia e il suo significato consolatorio.