Le Gallerie di Pietro Micca sono uno dei luoghi più particolari della città di Torino: costruite nel ‘700 per sorprendere l’esercito francese e fermarne l’avanzata, attraversavano un tempo quasi tutto il centro, arrivando fino all’attuale Porta Susa. Oggi ne restano aperti pochi cunicoli, parte dell’omonimo museo: i corridoi si possono visitare all’interno di tour guidati, grazie ai quali scoprire la storia della loro costruzione e – soprattutto – della loro distruzione.
Pietro Micca, infatti, viene ricordato per un incredibile atto di coraggio: nella notte fra il 29 e il 30 agosto 1706, il giovane soldato – che stava attendendo l’arrivo dei nemici nei sotterranei cittadini – decise di sacrificare se stesso, provocando un’esplosione e facendo collassare la galleria sull’esercito francese. Questo gesto lo uccise, ma permise al suo esercito di ottenere un importante vantaggio e arrestare l’invasione straniera.
Dopo il ‘700, le Gallerie caddero in disuso, salvo poi essere riaperte per dare riparo alla popolazione torinese nei bombardamenti effettuati sulla città durante il secondo conflitto mondiale.
Pochi anni dopo, dalla metà degli anni ’60, iniziarono i primi avvistamenti.
Nel ’65, un’ostetrica scesa nei cunicoli per un tour esplorativo si sentì improvvisamente circondata dai tanti morti intrappolati in quelle gallerie: svenne all’improvviso e una volta interrogata sull’accaduto disse “Ho sentito i morti lì sotto, a decine”.
Dieci anni più tardi, un’altra donna scesa nel sottosuolo torinese disse di aver visto tantissimi morti vestiti di verde: una ricerca successiva rivelò che parte dell’esercito francese, i Soldati del Lyonais, portava proprio un gilet verde sotto la giacca.
Molti anni dopo, nel 2004, alcuni operai impiegati in lavori di ristrutturazione dissero di aver sentito dei colpi sul muro, quasi in risposta alle loro picconate: i corridoi, però, si trovavano (e si trovano) molto al di sotto del livello stradale ed è impossibile che i rumori percepiti arrivassero dalle auto di passaggio.
Nel corso dei decenni, non sono mancate altre “percezioni”, particolarmente numerose soprattutto in caso di rievocazioni storiche.
Tutti appassionati in cerca di un po’ di notorietà?
Non proprio: pochi anni fa, infatti, il presentatore di Voyager Roberto Giacobbo affermò di aver seguito per un po’ nelle gallerie una figura femminile vestita d’azzurro.
La donna era poi scomparsa nel nulla all’improvviso, lasciando il giornalista da solo. Chiedendo ad altri testimoni, scoprì che la figura – soprannominata “La Vivandiera di Pietro Micca” – era già stata vista più volte da persone diverse.
Quello delle Gallerie di Pietro Micca è un mistero lungo ormai decenni, capace di intimorire e affascinare: siete curiosi?
L’unico modo per verificare queste storie è visitare il museo dedicato all’eroe torinese!